Il Patek Philippe Aquanaut ha una storia molto recente, se confrontato con il resto della produzione della più prestigiosa maison svizzera.
Quando venne presentato, nel 1997, l’Aquanaut non riscosse un immediato successo in quanto si andava ad affiancare allo sportivo di lusso della casa, l’iconico Nautilus (disegnato da Gerald Genta vent’anni prima) del quale diventava un’alternativa. Si trattava indubbiamente di un orologio rivoluzionario che strizzava l’occhio ad una clientela giovane che era poco attratta dalla collezione Patek Philippe dell’epoca.
L’affinità estetica con il fratello maggiore (Nautilus), del quale riprendeva la cassa ottagonale arrotondata, ma non il bracciale integrato, lo poneva agli occhi dei detrattori come una scelta “povera”. Per vincere questi pregiudizi ci volle del tempo e contribuì, non poco, la crescita delle dimensioni della cassa.
In questo articolo analizzeremo proprio l’evoluzione delle dimensioni della cassa e delle grafiche dei quadranti che hanno caratterizzato le varie referenze dell’Aquanaut in acciaio.
La prima referenza presentata, la 5060A, aveva le dimensioni di un orologio di media grandezza e non quelle di uno sportivo: la cassa, infatti, misurava 35,6 mm. Il quadrante presenta una lavorazione a tapisserie molto caratteristica creata dall’incrocio di incisioni orizzontali rettilinee ed incisioni verticali tondeggianti
L’anno successivo (1998) vennero presentate alcune nuove referenze della famiglia Aquanaut tra le quali la 5065A, denominata Jumbo per le dimensioni della cassa che crescevano di oltre 3 mm arrivando a misurare 38,8 mm. L’aquanaut Jumbo fu presentato sia nella classifica versione con il cinturino in gomma che in un’inedita versione con bracciale in acciaio (ref. 5065/1A). Entrambe le versioni sono caratterizzate da un fondello a vista che differisce da quello in acciaio presente sulla prima referenza (5060A). La lavorazione del quadrante resta sostanzialmente invariata e visivamente la differenza più evidente è rappresentata dal disco data che ha un font di dimensioni maggiori ed una finestra più esterna e quindi più distante dall’indice ad ore 3.
Nel 2007, per il decimo anniversario, viene presentata la nuova referenza 5167A e l’Aquanaut cresce ancora di dimensioni arrivando a misurare 40,8 mm. Visivamente la cassa ha sostanzialmente le stesse dimensioni del fratello maggiore (Nautilius 5711) con il quale condivide anche il movimento.
Con quest’ultima referenza la tipica lavorazione del quadrante a tapisserie lascia il posto ad un motivo più semplice e moderno: le incisioni, che continuano ad essere rettilinee in orizzontale e tondeggianti in verticale, sono più leggere e disegnano una scacchiera. Il datario, infine, risulta più in evidenza rispetto alle referenze precedenti per la mancanza dell’indice ad ore 3.
Oggi l’Aquanaut nell’attuale misura XL (ref. 5167A) è considerato uno degli sportivi con più appeal sul mercato e, dopo lo scetticismo iniziale è paradossalmente, uno dei Patek Philippe più apprezzati dell’intera collezione. Il suo successo commerciale, che ha ripercorso quello del Nautilus, è testimoniato dal fatto che l’Aquanaut è di fatto introvabile dai concessionari ufficiali ed è reperibile sul mercato a multipli del prezzo di listino ufficiale.
EVOLUZIONE DEL PATEK PHILIPPE AQUANAUT
Il Patek Philippe Aquanaut ha una storia molto recente, se confrontato con il resto della produzione della più prestigiosa maison svizzera.
Quando venne presentato, nel 1997, l’Aquanaut non riscosse un immediato successo in quanto si andava ad affiancare allo sportivo di lusso della casa, l’iconico Nautilus (disegnato da Gerald Genta vent’anni prima) del quale diventava un’alternativa. Si trattava indubbiamente di un orologio rivoluzionario che strizzava l’occhio ad una clientela giovane che era poco attratta dalla collezione Patek Philippe dell’epoca.
L’affinità estetica con il fratello maggiore (Nautilus), del quale riprendeva la cassa ottagonale arrotondata, ma non il bracciale integrato, lo poneva agli occhi dei detrattori come una scelta “povera”. Per vincere questi pregiudizi ci volle del tempo e contribuì, non poco, la crescita delle dimensioni della cassa.
In questo articolo analizzeremo proprio l’evoluzione delle dimensioni della cassa e delle grafiche dei quadranti che hanno caratterizzato le varie referenze dell’Aquanaut in acciaio.
La prima referenza presentata, la 5060A, aveva le dimensioni di un orologio di media grandezza e non quelle di uno sportivo: la cassa, infatti, misurava 35,6 mm. Il quadrante presenta una lavorazione a tapisserie molto caratteristica creata dall’incrocio di incisioni orizzontali rettilinee ed incisioni verticali tondeggianti
L’anno successivo (1998) vennero presentate alcune nuove referenze della famiglia Aquanaut tra le quali la 5065A, denominata Jumbo per le dimensioni della cassa che crescevano di oltre 3 mm arrivando a misurare 38,8 mm. L’aquanaut Jumbo fu presentato sia nella classifica versione con il cinturino in gomma che in un’inedita versione con bracciale in acciaio (ref. 5065/1A). Entrambe le versioni sono caratterizzate da un fondello a vista che differisce da quello in acciaio presente sulla prima referenza (5060A). La lavorazione del quadrante resta sostanzialmente invariata e visivamente la differenza più evidente è rappresentata dal disco data che ha un font di dimensioni maggiori ed una finestra più esterna e quindi più distante dall’indice ad ore 3.
Nel 2007, per il decimo anniversario, viene presentata la nuova referenza 5167A e l’Aquanaut cresce ancora di dimensioni arrivando a misurare 40,8 mm. Visivamente la cassa ha sostanzialmente le stesse dimensioni del fratello maggiore (Nautilius 5711) con il quale condivide anche il movimento.
Con quest’ultima referenza la tipica lavorazione del quadrante a tapisserie lascia il posto ad un motivo più semplice e moderno: le incisioni, che continuano ad essere rettilinee in orizzontale e tondeggianti in verticale, sono più leggere e disegnano una scacchiera. Il datario, infine, risulta più in evidenza rispetto alle referenze precedenti per la mancanza dell’indice ad ore 3.
Oggi l’Aquanaut nell’attuale misura XL (ref. 5167A) è considerato uno degli sportivi con più appeal sul mercato e, dopo lo scetticismo iniziale è paradossalmente, uno dei Patek Philippe più apprezzati dell’intera collezione. Il suo successo commerciale, che ha ripercorso quello del Nautilus, è testimoniato dal fatto che l’Aquanaut è di fatto introvabile dai concessionari ufficiali ed è reperibile sul mercato a multipli del prezzo di listino ufficiale.